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CENSURA A CHI L’HA VISTO?, CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: IL “PREGIUDIZIO” DEI GIORNALISTI E’ IL TERRENO DI COLTURA DEGLI ERRORI GIUDIZIARI

Posted on 23 novembre 2019 by malkehats

Dr. Ursula Franco

Federica Sciarelli è nell’occhio del ciclone dopo aver ammesso in diretta televisiva di aver cancellato una frase dalla email inviata da Claudia Stabile al suo avvocato. La Stabile è una donna che è fuggita in Germania lasciando marito e tre figli a Campofiorito (PA). La Sciarelli è stata smascherata in diretta da Piero Bono, marito della donna, ed accusata di parzialità. Mercoledì scorso, in diretta televisiva, Bono ha detto: “Tutti i telespettatori sappiano che la email che voi avete pubblicato la scorsa puntata una parte del contenuto è stata cancellata”, la Sciarelli ha replicato: “Piero, in realtà quella parte che è stata cancellata l’ho fatta cancellare io (…) “Non torno neanche per i miei figli”, questa è la frase che ho cancellato io”.

Le Cronache Lucane, 23 novembre 2019 

Ne abbiamo parlato con la criminologa Ursula Franco che da anni denuncia le mistificazioni dei Media: la “Noble Cause Corruption” interessa pubblici ministeri, consulenti forensi, parti civili, giornalisti, testimoni e parenti delle vittime; questi attori di un caso giudiziario, spesso, collaborano ad incastrare un soggetto falsificando e/o dissimulando nel convincimento errato di essere paladini di una nobile causa. 

Ursula Franco è medico e criminologo, è allieva di Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis (una tecnica di analisi di interviste ed interrogatori), si occupa soprattutto di morti accidentali e suicidi scambiati per omicidi e di errori giudiziari. È stata consulente dell’avvocato Giuseppe Marazzita, difensore di Michele Buoninconti; è consulente dell’avvocato Salvatore Verrillo, difensore di Daniel Ciocan; ha fornito una consulenza ai difensori di Stefano Binda dopo la condanna in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Lidia Macchi. Binda, il 24 luglio 2019, è stato assolto per non aver commesso il fatto. La Franco, da circa un mese, è consulente di Paolo Foresta, che è difeso dall’avvocato Giovanni Pellacchia.

– Dottoressa Franco, che cosa pensa della censura operata dalla Sciarelli?

E’ estremamente frequente imbattersi in giornalisti e pubblici ministeri che, invece di formarsi un’idea su un caso giudiziario sulla base delle risultanze investigative, traggono conclusioni pregiudiziali e mistificano i fatti per supportare la propria idea preconcetta. In termini tecnici si chiama “Noble Cause Corruption” ed è un fenomeno ben noto a chi si occupa di errori giudiziari, in pratica, PM, consulenti forensi, parti civili, giornalisti e parenti delle vittime spesso collaborano ad incastrare un soggetto falsificando e/o dissimulando nel convincimento errato di essere paladini di una nobile causa, un convincimento che gli fa credere che sia moralmente accettabile mentire. La Noble Cause Corruption è un fenomeno meritevole di una infamante condanna sul piano morale, non esistono, infatti, giustificazioni né alla falsificazione, né alla dissimulazione, solo dicendo il vero si favorisce l’accertamento della verità e di eventuali responsabilità. 

– Dottoressa, la Sciarelli ha dichiarato di aver censurato la email della Stabile per salvaguardare i suoi tre figli, che ne pensa?

Non mi sembra una gran linea difensiva posto che la trasmissione “Chi l’ha visto?” ha permesso alla Stabile di dipingere il marito non certo come un santo, eppure lui è il padre dei soliti tre ragazzi di cui Claudia Stabile è la madre. 

– Dottoressa, dove conduce questo modo di fare?

Spreco di denaro pubblico, persecuzione di soggetti innocenti, errori giudiziari. 

– Dottoressa Franco, com’è possibile che si arrivi a commettere un errore giudiziario?

E’ semplice: quando è un PM a farsi un’idea pregiudiziale su un caso di cui si occupa, lo stesso, per supportarla, si rivolge a consulenti partigiani che non abbiano remore a dissimulare o a falsificare e così costruisce un fasullo castello accusatorio che giudici incompetenti prendono per buono. 

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MORTE DI ANNAMARIA SORRENTINO: LA CRIMINOLOGA URSULA FRANCO FA PARTE DEL TEAM DIFENSIVO DI PAOLO FORESTA

Posted on 11 ottobre 2019 by malkehats

La criminologa Ursula Franco fa parte del team difensivo di Paolo Foresta

Le Cronache Lucane, 11 ottobre 2019

La dottoressa Franco ha incontrato nel primo pomeriggio l’Avvocato Giovanni Pellacchia e il suo assistito Paolo Foresta, che era accompagnato da un interprete. La Franco si era espressa proprio sulla nostra testata riguardo alla morte di Annamaria Sorrentino, moglie del Foresta e, a quanto pare, la criminologa ritiene che Paolo Foresta abbia riferito il vero riguardo alla dinamica dei fatti.

Ursula Franco è medico e criminologo, si occupa soprattutto di morti accidentali e suicidi scambiati per omicidi e di errori giudiziari. 

La Franco è allieva di Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis, una tecnica di analisi di interviste ed interrogatori, e si suppone che metterà le sue competenze, proprio in questo campo, al servizio dell’avvocato Pellacchia e del suo assistito. 

La criminologa Franco è stata consulente dell’avvocato Giuseppe Marazzita, difensore di Michele Buoninconti; è consulente dell’avvocato Salvatore Verrillo, difensore di Daniel Ciocan; ha fornito una consulenza ai difensori di Stefano Binda dopo la condanna in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Lidia Macchi. Binda, il 24 luglio 2019, è stato assolto per non aver commesso il fatto. 

Conoscendo la dottoressa Franco, sappiamo che non farà sconti a nessuno e noi della redazione de “Le Cronache Lucane” le auguriamo buon lavoro.

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CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: IL PRINCIPE HARRY HA RAGIONE, SUA MOGLIE E’ VITTIMA DEI MEDIA SPAZZATURA

Posted on 2 ottobre 2019 by malkehats

Ieri sul sito web dei Duchi di Sussex, il Principe Harry ha pubblicato una dichiarazione ufficiale nella quale si scaglia contro certa stampa. Ne abbiamo parlato con la criminologa Ursula Franco che da anni combatte contro i processi mediatici. 

Le Cronache Lucane, 2 ottobre 2019

– Dottoressa Franco, cosa pensa della dichiarazione del Principe Harry apparsa ieri sul suo sito ufficiale?

La duchessa di Sussex, Meghan Markle, è una vittima della stampa spazzatura. Suo marito ha ben descritto il meccanismo che porta alla creazione del mostro, un meccanismo che viene messo in atto anche in molti casi giudiziari e che spesso conduce alla condanna di soggetti innocenti. Vorrei soffermarmi su alcuni degli stralci più significativi della dichiarazione del Principe: “Questa implacabile propaganda ha un costo umano, in particolare quando questa propaganda è consapevolmente falsa e maliziosa. Nell’odierna era digitale, le falsificazioni dei Media vengono diffuse come verità in tutto il mondo. Finora non siamo riusciti a correggere le continue mistificazioni. Arriva un punto in cui l’unica cosa da fare è combattere contro questo comportamento, perché distrugge le persone e distrugge le vite”. 

Sapete tutti quanto mi stia a cuore il caso di Michele Buoninconti, un padre di famiglia condannato a 30 anni per un omicidio mai avvenuto proprio in seguito ad un processo mediatico che è stato capace di trasformarlo in un mostro contro ogni evidenza. Buoninconti è un capro espiatorio, la sua condanna equivale ad un “tana libera tutti”, riconoscerlo come il responsabile della morte della moglie ha ripulito le coscienze di tutti coloro che hanno ignorato il disagio psichico di Elena Ceste. 

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LA CRIMINOLOGA URSULA FRANCO SI RIVOLGE AL MINISTRO ALFONSO BONAFEDE 

Posted on 10 settembre 2019 by malkehats

Ursula Franco

La criminologa Ursula Franco si rivolge al ministro Alfonso Bonafede dalle nostre pagine

Le Cronache Lucane, 10 settembre 2019

Abbiamo un secondo governo Conte, alla Giustizia resta l’avvocato Alfonso Bonafede. Ne abbiamo parlato con la criminologa Ursula Franco che si occupa soprattutto di errori giudiziari. Nel febbraio scorso le avevamo chiesto che cosa pensasse del fatto che il ministro della Giustizia si fosse espresso su alcuni casi giudiziari mediatici e ci aveva risposto così: “Il ministro avrebbe bisogno di un bravo consulente capace di illuminarlo sui veri casi di errore giudiziario che non sono quelli montati dai Media”.

– Dottoressa Franco, cosa vorrebbe dire al ministro della Giustizia Bonafede?

Vorrei invitarlo a tutelare i diritti degli indagati impedendo i processi mediatici che sono una fucina di errori giudiziari. Dei processi mediatici si servono le procure per creare mostri che non esistono e per giustificare rinvii a giudizio campati in aria. Se ne servono poi alcuni consulenti disonesti per tentare di riscrivere i fatti relativi ai casi giudiziari di cui si occupano. Dei processi mediatici sono vittime eventuali testimoni ed i giudici pigri che spesso forgiano il loro pensiero sulla base di ciò che sentono dire in TV. Sia chiaro che la verità è sempre agli atti e non va ricercata altrove. Vorrei anche dirgli che molti processi sono viziati da consulenze e perizie di millantatori. Per questo motivo serve un filtro al momento dell’iscrizione all’Albo dei consulenti e dei periti delle procure. Molti millantatori spacciano come titolo proprio quell’iscrizione frutto di una truffa. Ed infine vorrei dirgli anche dei pregiudizi che molti magistrati e la maggior parte dei giornalisti hanno nei confronti di avvocati e consulenti della difesa.

– Dottoressa Franco, quali casi mediatici sono finiti con un errore giudiziario?

Almeno due innocenti scontano la loro pena nella Casa di Reclusione “Giuseppe Tomasiello” di Alghero, Alessandro Calvia, che è stato condannato a 24 anni per l’omicidio per strangolamento di Orsola Serra, un omicidio commesso da un altro soggetto e il povero Michele Buoninconti, padre di 4 figli, che è stato condannato a 30 anni in seguito alla morte accidentale per assideramento di sua moglie Elena Ceste.

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CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: PER PREVENIRE GLI ORRORI GIUDIZIARI, LE PROCURE ISTITUISCANO LA FIGURA DEL “CONTRARIAN”

Posted on 27 agosto 2019 by malkehats

La criminologa Ursula Franco (al centro) ad una conferenza stampa con i giornalisti romeni Miruna Căjvăneanu, Valeriu Dg Barbu e Anca A. Mihai

La criminologa Ursula Franco che, come consulente della difesa, si è occupata di morti accidentali e suicidi scambiati per omicidi, è stata consulente della difesa di Stefano Binda, condannato all’ergastolo in primo grado per l’omicidio di Lidia Macchi e assolto in appello per non aver commesso il fatto. All’inizio di agosto, la dottoressa Franco ha rilasciato due interviste alla giornalista Miruna Căjvăneanu, della testata romena HotNews, sull’omicidio di Alexandra Macesanu, che sono state riprese da gran parte dei quotidiani e delle televisioni romene.  

Le Cronache Lucane, 27 agosto 2019

– Dottoressa Franco, che può dirci dell’assoluzione di Stefano Binda per non aver commesso il fatto?

Una decisione giusta che stupisce solo perché in genere gli errori giudiziari si perpetuano sino alla Cassazione, come è accaduto nel caso Buoninconti. 

– Ricordo un titolo di giornale sul caso Macchi che lasciava intendere che lei avesse dichiarato che ad uccidere la ragazza fosse stato un serial killer mentre lei aveva semplicemente detto che ad uccidere Lidia era stato un “predatore violento”. Che lezione dovrebbero trarne certi giornalisti e molti opinionisti?

Certi giornalisti dovrebbero prima cospargersi il capo di cenere e poi resettarsi, perché, non solo, come molti opinionisti, sono privi di competenze, ma non hanno mai avuto accesso agli atti relativi ai casi sui quali prendono posizioni a favore di una procura. Nel caso di Lidia Macchi si impiegano la bellezza di 400 ore solo per leggere gli atti, per processarli servono invece circa 30 anni di studio della criminologia e della casistica. 

– Come si prevengono gli errori giudiziari?

In primis, ci tengo a chiarire che non esistono “errori” ma solo “orrori giudiziari”, e non solo per i danni che fanno agli innocenti e ai loro familiari, ma per il modo in cui vengono costruiti i castelli accusatori. 

E ora le rispondo: Servono PM, avvocati difensori, consulenti di accusa e difesa competenti, appassionati del proprio lavoro e amanti della verità. Bisogna perseguire i millantatori per impedirgli di intralciare la giustizia. Le procure dovrebbero poi assumere esperti “contrarians” capaci di riconoscere il fenomeno della “Tunnel Vision”, che è un pregiudizio cognitivo che affligge i PM e la prima causa di errore giudiziario.

 – E le parti civili?

Raramente risultano utili ai fini del raggiungimento della verità. Spesso non conoscono a fondo gli atti dei casi di cui si occupano, di rado prendono in considerazione l’eventualità che una procura possa sbagliarsi e di frequente foraggiano il processo mediatico per fini personali.

– Un’ultima domanda: avrà mai giustizia il povero Michele Buoninconti?

L’avrà il giorno in cui un giudice farà riaprire tutti i procedimenti viziati dalle consulenze del geometra Giuseppe Dezzani. Intanto, a novembre, se ne riparlerà a La Spezia, durante le udienze del processo Corini, come anticipato dal Secolo XIX: “Ma proprio uno dei consulenti del pubblico ministero Luca Monteverde, Giuseppe Dezzani, potrebbe far scoppiare un caso. Anche perché la difesa è pronta a dare battaglia. Dezzani, consulente informatico forense scelto col metodo dell’estrazione, con un’esperienza a cinque stelle nelle aule dei tribunali italiani (ha analizzato le celle telefoniche per la difesa di Massimo Bossetti, ha lavorato per la procura di Asti nel caso di Elena Ceste e ha studiato la scatola nera della Costa Concordia) è sotto attacco perché accusato di aver falsificato i suoi titoli di studio. Dezzani non sarebbe laureato in ingegneria ma in possesso di un diploma da geometra. Titolo rispettabile, ma che non gli consentirebbe di analizzare strumenti tecnologici al centro di indagini come quella sulla morte di Corini (che vede alla sbarra la sorella Marzia con l’accusa di omicidio volontario e l’amica e collega Giuliana Feliciani per circonvenzione di incapace). Il suo lavoro sui telefonini dei fratelli Corini e della Feliciani, e sul computer di Marco, rischia di essere del tutto inutile”.

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Le radici della malagiustizia

Posted on 8 agosto 2019 by malkehats
La Tunnel Vision, la Noble Cause Corruption ed il Processo Mediatico per spiegare la nascita di un errore giudiziario

 

Obiettivo Investigazione, 8 agosto 2019

Articolo di Ursula Franco

A monte dei casi di malagiustizia (condanne di innocenti, assoluzioni di colpevoli) non sempre ci sono difficoltà oggettive relative al caso da risolvere. Spesso, purtroppo, la natura del problema è radicata altrove. La “Tunnel Vision”, la “Noble Corruption” ed il “Processo Mediatico” sono le vere cause dell’errore giudiziario.

L’incompetenza degli organi inquirenti e dell’avvocato difensore, le caratteristiche di personalità di un indagato, la corruzione dei magistrati, le false testimonianze, le false confessioni, il processo mediatico, le consulenze partigiane, i pregiudizi nei confronti delle persone da cui dipende la difesa dell’imputato, sono solo alcuni dei fattori capaci di viziare un caso giudiziario fino a condurre all’errore.

Il problema degli errori giudiziari è trasversale, non dipende dal sistema giuridico del paese in cui vengono commessi ma da un insieme di mancanze che affliggono il magistrato inquirente e che sono: la sua incapacità di processare le risultanze investigative secondo la logica, il fatto che ignori la casistica, la superficialità e i suoi pregiudizi nei confronti di alcune categorie di persone. In una parola sola, ciò che conduce all’errore giudiziario è l’incompetenza del pubblico ministero che però deve essere necessariamente associata alla mancanza di cultura della verità dei consulenti forensi e dei giudici.

Spesso, i consulenti forensi che collaborano con le procure possono divenire partigiani delle stesse; il fatto che assistano gli inquirenti crea, infatti, un rapporto tale da indurli a credere di doverli aiutare e in questo modo le loro consulenze perdono la necessaria obiettività scientifica.

La “Tunnel Vision” è un pregiudizio cognitivo che affligge chi indaga ed è rappresentabile come una visione centrale ristretta. La mancanza di una visione periferica induce a ritenere che i fatti esaminati abbiano un’unica spiegazione e nonostante nulla conforti l’ipotesi di partenza, chi ne è affetto continua ad indagare a senso unico, sottovalutando, disgregando, ignorando o sopprimendo i dati che non sono di supporto alla propria visione dei fatti e sopravvalutando, invece, eventuali informazioni di sostegno alla propria ipotesi, anche se irrilevanti o inaffidabili.

La “Noble Cause Corruption” interessa pubblici ministeri, consulenti forensi, parti civili, giornalisti, testimoni e parenti delle vittime; questi attori di un caso giudiziario, spesso, collaborano ad incastrare un soggetto falsificando e/o dissimulando nel convincimento errato di essere paladini di una nobile causa, un convincimento che gli fa credere che sia moralmente accettabile mentire.

Il “Processo Mediatico” condiziona tutti gli attori di un caso giudiziario: inquirenti, testimoni, difensori, giudici e giuria.

La pressione dell’opinione pubblica su una procura è equiparabile ad una pressione idraulica. Non è però solo la volontà di accontentare l’opinione pubblica che conduce gli inquirenti e i giudici all’imperdonabile errore, ma anche il loro desiderio di apparire paladini della giustizia e quello di venir promossi.

Non solo i pubblici ministeri ed i giudici commettono grossolani errori giudiziari ma, quando se ne accorgono, sono spesso incapaci di riconoscere di essersi sbagliati e lasciano che un innocente e la sua famiglia continuino a soffrire per causa loro. Gli americani chiamano questi magistrati che ostacolano la giustizia “Innocence Deniers” (coloro che negano l’innocenza).

Fortunatamente sono molti i pubblici ministeri, i giudici, gli avvocati ed i consulenti che lavorano con scienza e coscienza per un unico e nobile obiettivo: la ricerca della verità.

La sfortuna è capitare sotto quella percentuale di individui che la verità la calpestano quotidianamente.

Foto: Scultura “Errore giudiziario” dell’artista Riccardo Ripamonti


Ursula Franco è medico e criminologo, è allieva di Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis, si occupa soprattutto di morti accidentali e incidenti scambiati per omicidi e di errori giudiziari. È stata consulente dell’avvocato Giuseppe Marazzita, difensore di Michele Buoninconti; è consulente dell’avvocato Salvatore Verrillo, difensore di Daniel Ciocan; ha fornito una consulenza ai difensori di Stefano Binda dopo la condanna in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Lidia Macchi.

 

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Michele Buoninconti volta pagina e riparte da sé stesso: scelta ‘drastica’ e un nuovo obiettivo in carcere (intervista)

Posted on 27 luglio 2019 by malkehats

UrbanPost.it

scritto da Michela Becciu, 27 Luglio 2019, 13:52

Omicidio Elena Ceste, Michele Buoninconti uomo nuovo. Condannato in via definitiva a 30 anni di carcere (con rito abbreviato), l’ex vigile del fuoco è detenuto dal 29 gennaio 2015, da allora non vede i suoi quattro figli i quali, affidati ai nonni materni, hanno sempre rifiutato i contatti con lui né gli hanno mai fatto visita in carcere. Buoninconti si professa da sempre innocente e si definisce vittima di un clamoroso errore giudiziario.

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Michele Buoninconti trasferito nel carcere di Alghero, ecco perché

Rassegnato al suo destino, ha voltato pagina e ha posto le basi per una nuova vita. Parte da sé stesso, Michele, e si dedica allo studio. Si apprende infatti che in carcere sta studiando per la laurea in economia; questo il suo nuovo impegno per lenire la detenzione che lui reputa ingiusta. Condannato per omicidio premeditato della moglie e occultamento di cadavere – la 37enne scomparve dalla loro casa di Costigliole D’Asti la mattina del 24 gennaio 2014, e i suoi resti vennero rinvenuti casualmente il 18 ottobre dello stesso anno nella fanghiglia del canale del Rio Mersa, a meno di 1 km dalla abitazione – è stato trasferito nel carcere di Alghero, in Sardegna, proprio per poter studiare per conseguire il titolo. Buoninconti, si apprende, riceverebbe poche visite e si sarebbe gettato a capofitto nello studio. Ha perso, con la condanna definitiva, la patria potestà sui quattro figli avuti da Elena Ceste. Non ha più contatti con loro.

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Michele Buoninconti innocente in carcere come Stefano Binda? UrbanPost intervista la criminologa Ursula Franco

UrbanPost ha chiesto alla criminologa Ursula Franco, consulente di Buoninconti durante l’iter processuale che lo ha visto imputato, il perché di questa scelta dell’ex vigile del fuoco di essere trasferito. Ecco la sua risposta: “Michele Buoninconti si è fatto trasferire ad Alghero proprio per potersi iscrivere all’Università e studiare. Già in giovane età aveva dato alcuni esami alla facoltà di Economia e commercio. Pochi giorni fa, il 24 luglio, alle 19.10, nel momento in cui è stato assolto Stefano Binda, di cui sono stata consulente, il mio pensiero è andato al povero Buoninconti, il quale, a differenza di Binda, non ha avuto la fortuna di incontrare giudici illuminati e sta scontando una condanna a 30 anni per un omicidio mai avvenuto”. Stefano Binda, condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Lidia Macchi (nel 1987 in un bosco di Cittiglio, in provincia di Varese) e detenuto da oltre 3 anni, è stato assolto in Appello e scarcerato immediatamente. La sentenza di secondo grado ha infatti ribaltato quella del primo. Buoninconti innocente come Binda? La dottoressa Franco ne è convinta.

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