Appia Polis: La ricostruzione dei fatti è il fulcro sul quale ruota un caso giudiziario

Appia Polis, 24 luglio 2021

di Ursula Franco

La ricostruzione dei fatti è il fulcro sul quale ruota un caso giudiziario. Una ricostruzione senza smagliature dovrebbe essere la priorità di una procura, degli avvocati di parte civile e dei giudici che emettono una sentenza. Infatti, solo ricostruendo i fatti con precisione si possono attribuire le giuste responsabilità. 

Una capillare ricostruzione dei fatti non solo permette di distinguere un omicidio da una morte accidentale e da un suicidio, riducendo in modo drammatico il rischio di commettere un errore giudiziario, ma, in caso di omicidio, tutela i familiari di una vittima in quanto non lascia spazio alla difesa del reo. 

L’analisi incrociata di interrogatori, di eventuali telefonate di soccorso e delle interviste dei protagonisti di un caso giudiziario attraverso la Statement Analysis permette di stabilire la strategia di indagine e aiuta a ricostruire i fatti anche nel caso gli intervistati/interrogati non raccontino il vero.

Purtroppo spesso interrogatori, interviste e telefonate di soccorso vengono contaminate da chi pone le domande. Contaminare un’intervista od un interrogatorio significa introdurre, attraverso le domande, termini diversi da quelli usati dall’interrogato, termini che entreranno nel suo linguaggio e lo aiuteranno a mentire.

Chi interroga/intervista:

– non dovrebbe suggerire le risposte; 

– non dovrebbe introdurre termini nuovi; 

– quantomeno inizialmente, dovrebbe evitare le domande chiuse che permettono all’interrogato di rispondere con un “Sì” o un “No”; 

– dovrebbe evitare le domande multiple per impedire all’interrogato/intervistato di scegliere a quale domanda rispondere; 

– non dovrebbe mai interrompere, è nei sermoni e nelle tirate oratorie che si trovano spesso informazioni utili ed ammissioni tra le righe; – dovrebbe evitare di dare giudizi morali che mettono l’interrogato/intervistato sulla difensiva.

UN ESEMPIO DI CONTAMINAZIONE

Chiara Poggi

Qualche mese fa la trasmissione “Quarto Grado” ha diffuso uno stralcio di quanto dichiarato dalla teste Manuela Travain nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi. Secondo la nuova difesa di Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara Poggi condannato per il suo omicidio, le dichiarazioni della teste avrebbero potuto scagionarlo in quanto la Travain transitò davanti alla villetta dei Poggi tra le 9.27 e le 9.28 e, a loro avviso, avrebbe descritto le finestre della villetta come ancora chiuse pertanto Chiara non poteva che essere ancora viva a quell’ora posto che alle 13.00, dopo essere stati avvisati da Stasi, i carabinieri trovarono invece aperta la finestra della cucina del piano terra. Ed invece lo stralcio estratto dalle dichiarazioni della teste Travain e relativo a questo particolare è talmente contaminato da risultare di nessun valore. 

Esaminiamolo insieme:

D: Ed era aperto il cancelletto?

R: Spalancato.

D: Spalancato… chiusa la porta?

R: Chiusa.

D: Chiuse le finestre anche?

R: Sì, sì. 

D: Chiuse tutte le finestre!?

R: Chiuso, come tutti i giorni precedenti.

Si noti che tutte le risposte sono state suggerite all’interrogata da chi le ha posto le domande.

Peraltro la Travain ha anche mostrato di avere bisogno di convincere:

– quando ha detto “Spalancato” invece che “Sì” o “Aperto”; 

– quando ha ripetuto “Sì” per due volte 

– e quando ha fatto riferimento a ciò che aveva visto nei giorni precedenti per avvalorare “Chiuso” ottenendo peraltro l’effetto contrario ovvero indebolendo la propria risposta. 

LE TELEFONATE DI SOCCORSO

Tatiana Tulissi

Grazie alla casistica in tema di telefonate di soccorso sappiamo cosa aspettarci da chi chiama, per questo motivo il materiale d’analisi vero e proprio è ciò che risulta “inaspettato”. 

Ci aspettiamo che chi chiama sia alterato, insistente e che soprattutto chieda aiuto per la vittima. Ci aspettiamo anche che imprechi e dica parolacce, che non attenda la fine della domanda dell’operatore per esplicitare una richiesta d’aiuto. Non ci aspettiamo che si perda in superflui convenevoli, che chieda aiuto per sé e che senta il bisogno di collocarsi dalla parte dei “buoni” ovvero di coloro che vogliono il bene per la vittima.

Frequentemente a chiamare i soccorsi sono coloro che hanno ferito a morte i soggetti per i quali chiamano, pertanto in questi casi la telefonata di soccorso assume il valore di un primo interrogatorio. 

– Il 13 agosto 2007, alle ore 13.50.24 il fidanzato di Chiara Poggi, Alberto Stasi, condannato in via definitiva per il suo omicidio chiamò il servizio 118, la telefonata durò 0.59 secondi. Eccone un breve stralcio che ci fornisce importanti informazioni sullo stato del rapporto tra i due ragazzi all’epoca dell’omicidio di Chiara:

Operatore: Ma cosa succede?

Stasi: Eh, credo abbiano ucciso una persona, non sono sicuro, forse è viva.

– Tatiana Tulissi, 36 anni, è stata uccisa l’11 novembre 2008 all’esterno di una villa di Manzano (Udine) nella quale abitava con il compagno Paolo Calligaris. In primo grado Calligaris è stato condannato a 16 anni di carcere per l’omicidio di Tatiana. E’ in corso il processo d’Appello.

Dalla telefonata del Calligaris al 118:

Operatore 118: 118, buonasera.

Paolo Calligaris: Buonasera, sono Paolo Calligaris da Manzano, via Orsaria, numero 13, barra B, ho una persona qui che non mi dà segni di vita.

Il linguaggio rappresenta la percezione verbalizzata della realtà, sia Alberto Stasi che Paolo Calligaris hanno usato il termine gender neutral “persona”, invece di riferirsi alla vittima dicendo “la mia fidanzata (Chiara/Tatiana), rivelandoci così lo stato dei loro rispettivi rapporti con le fidanzate.

APPIAPOLIS, OMICIDIO DI TATIANA TULISSI: TELEFONATA AL 118 DEL COMPAGNO PAOLO CALLIGARIS CONDANNATO A 16 ANNI IN PRIMO GRADO E RICOVERATO ORA IN RIANIMAZIONE A CAUSA DI UN INCIDENTE DOMESTICO

 

malke OMICIDIO DI TATIANA TULISSI: TELEFONATA AL 118 DEL COMPAGNO PAOLO CALLIGARIS CONDANNATO A 16 ANNI IN PRIMO GRADO E RICOVERATO ORA IN RIANIMAZIONE A CAUSA DI UN INCIDENTE DOMESTICO

–    di Ursula Franco  *      – 

Tatiana Tulissi, 36 anni, è stata uccisa l’11 novembre 2008 all’esterno di una villa di Manzano (Udine) nella quale abitava con il compagno Paolo Calligaris. L’arma del delitto, una pistola a tamburo special Astra calibro 38 che non è mai stata trovata.

tatiana tulissi OMICIDIO DI TATIANA TULISSI: TELEFONATA AL 118 DEL COMPAGNO PAOLO CALLIGARIS CONDANNATO A 16 ANNI IN PRIMO GRADO E RICOVERATO ORA IN RIANIMAZIONE A CAUSA DI UN INCIDENTE DOMESTICO
Tatiana Tulissi

Calligaris è stato rinviato a giudizio, ha scelto il rito abbreviato e, il 31 dicembre 2019, 11 anni dopo il delitto, è stato condannato a 16 anni di carcere. E’ in corso il processo d’Appello.Dall’11 novembre 2020, Paolo Calligaris è ricoverato in coma all’ospedale triestino di Cattinara. E’ rimasto infatti vittima di un incidente domestico, secondo fonti giornalistiche, è stato colpito alla testa dal tronco di un albero di acacia che stava tagliando. Il caso ha voluto che il Calligaris si ferisse in modo grave proprio l’11 novembre. La Tulissi è stata uccisa l’11 novembre 2008.

tulissi OMICIDIO DI TATIANA TULISSI: TELEFONATA AL 118 DEL COMPAGNO PAOLO CALLIGARIS CONDANNATO A 16 ANNI IN PRIMO GRADO E RICOVERATO ORA IN RIANIMAZIONE A CAUSA DI UN INCIDENTE DOMESTICO

Tatiana, prima di essere attinta da 3 colpi d’arma da fuoco, è stata percossa, una dinamica compatibile con un omicidio di prossimità, infatti, se l’omicidio della Tulissi fosse stato un omicidio premeditato perpetrato da un sicario, questo soggetto si sarebbe limitato a spararle. A favore del Calligaris, però, ci sono uno stub negativo per polvere da sparo (un’unica particella fu rilevata sulle sue mani) e tempi strettissimi. Secondo l’accusa, infatti, Calligaris potrebbe essere arrivato in villa alle 18.29.39 e la prima telefonata al 118 è delle 18.32.57.

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Paolo Calligaris

Expected: ci aspettiamo che chi chiama sia alterato, insistente e che soprattutto chieda aiuto per la vittima. Ci aspettiamo anche che imprechi e dica parolacce, che non attenda la fine della domanda dell’operatore per esplicitare una richiesta d’aiuto.

Unexpected: non ci aspettiamo che chi chiama si perda in superflui convenevoli o che chieda aiuto per sé o che senta il bisogno di collocarsi dalla parte dei “buoni” ovvero di coloro che vogliono il bene per la vittima.

Operatore 118: 118, buonasera.

Paolo CalligarisBuonasera, sono Paolo Calligaris da Manzano, via Orsaria, numero 13, barra B, ho una persona qui che non mi dà segni di vita.

Operatore 118: Via Calligaris, numero?

Paolo Calligaris: No, Calligaris Paolo, via Orsaria, numero 13, barra B.

Operatore 118: Via Orsaria. Quanti anni ha questa persona?

Paolo Calligaris: 34.

Paolo Calligaris: Sto cercando di farle un massaggio cardiaco però non fun… non mi reagisce.

Operatore 118: Respira secondo lei?

Paolo Calligaris: No.

Operatore 118: Non respira?

Paolo Calligaris: Purtroppo credo che abbia avuto… un problema che è caduta perché ha una f… ha la fronte… per favore fate…

Paolo Calligaris esordisce con un “Buonasera”. E’ vero che i convenevoli sono inaspettati in una chiamata d’emergenza ma questo “Buonasera” potrebbe essere il frutto di una contaminazione, è stato infatti l’operatore a suggerirla al Calligaris.

E’ invece inaspettato il fatto che Paolo Calligaris prenda le distanze dalla vittima, che la definisca “una persona” non “la mia fidanzata” o “la mia fidanzata Tatiana”.

Anche Alberto Stasi nella telefonata al 118 aveva definito la fidanzata Chiara Poggi “una persona”.

Operatore 118: Ma cosa succede?

Alberto Stasi: Eh, credo abbiano ucciso una persona, non sono sicuro, forse è viva.

Il linguaggio rappresenta la percezione verbalizzata della realtà, sia Alberto Stasi che Paolo Calligaris ci hanno rivelato lo stato del loro rapporto con le rispettive fidanzate attraverso l’uso del termine gender neutral “persona”.

Dire “Sto cercando di farle un massaggio cardiaco” è diverso dal dire “Le sto facendo un massaggio cardiaco”.

Il Calligaris con “per favore fate…” voleva forse dire “per favore fate presto”? Una frase inaspettata, in specie perché il Calligaris non ha mai formulato una richiesta d’aiuto per la vittima e che ci rivela un bisogno, quello di collocarsi dalla parte dei “buoni”, di quelli che vogliono il bene per la vittima.

 

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ursula franco 1 OMICIDIO DI TATIANA TULISSI: TELEFONATA AL 118 DEL COMPAGNO PAOLO CALLIGARIS CONDANNATO A 16 ANNI IN PRIMO GRADO E RICOVERATO ORA IN RIANIMAZIONE A CAUSA DI UN INCIDENTE DOMESTICO

Medico chirurgo e criminologo, allieva di Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis (tecnica di analisi di interviste ed interrogatori), si occupa soprattutto di morti accidentali e suicidi scambiati per omicidi e di errori giudiziari

OMICIDIO DI TATIANA TULISSI, DIFFUSA LA TELEFONATA AL 118 DI PAOLO CALLIGARIS: INTERVISTA ALLA CRIMINOLOGA URSULA FRANCO

Tatiana Tulissi, 36 anni, è stata uccisa l’11 novembre 2008 all’esterno di una villa di Manzano (Udine) dove abitava con il compagno Paolo Calligaris. L’arma del delitto, una pistola a tamburo special Astra calibro 38, non è mai stata trovata. Nel dicembre 2018 la criminologa Franco si era espressa a favore del Calligaris.

Le Cronache Lucane, 18 febbraio 2020

Paolo Calligaris e Tatiana Tulissi

Calligaris è stato rinviato a giudizio, ha scelto il rito abbreviato e, il 31 dicembre 2019, 11 anni dopo il delitto, è stato condannato a 16 anni di carcere. Abbiamo di nuovo contattato la criminologa Franco dopo che è stata diffusa la telefonata d’emergenza fatta dal Calligaris la sera dell’omicidio.

– Dottoressa Franco, cosa pensa della condanna di Paolo Calligaris per l’omicidio della sua compagna Tatiana Tulissi?

Nel 2018 non ero a conoscenza del fatto che Tatiana, prima di essere attinta da 3 colpi d’arma da fuoco, fosse stata percossa, una dinamica compatibile con un omicidio di prossimità. Se l’omicidio della Tulissi fosse stato un omicidio premeditato perpetrato da un sicario, questo soggetto si sarebbe limitato a spararle. A favore del Calligaris, però, ci sono uno stub negativo per polvere da sparo (un’unica particella fu rilevata sulle sue mani) e tempi strettissimi. Secondo l’accusa, infatti, Calligaris potrebbe essere arrivato in villa alle 18.29.39 e la prima telefonata al 118 è delle 18.32.57. 

– Dottoressa, analizzi per noi la telefonata di soccorso del Calligaris:

Grazie alla casistica in tema di telefonate di soccorso sappiamo cosa aspettarci da chi chiama, per questo motivo il materiale d’analisi vero e proprio è ciò che risulta “inaspettato”. 

Expected: ci aspettiamo che chi chiama sia alterato, insistente e che soprattutto chieda aiuto per la vittima. Ci aspettiamo anche che imprechi e dica parolacce, che non attenda la fine della domanda dell’operatore per esplicitare una richiesta d’aiuto.

Unexpected: non ci aspettiamo che chi chiama si perda in superflui convenevoli o che chieda aiuto per sé o che senta il bisogno di collocarsi dalla parte dei “buoni” ovvero di coloro che vogliono il bene per la vittima.

Operatore 118: 118, buonasera.

Paolo Calligaris: Buonasera, sono Paolo Calligaris da Manzano, via Orsaria, numero 13, barra B, ho una persona qui che non mi dà segni di vita.

Operatore 118: Via Calligaris, numero?

Paolo Calligaris: No, Calligaris Paolo, via Orsaria, numero 13, barra B.

Operatore 118: Via Orsaria. Quanti anni ha questa persona?

Paolo Calligaris: 34.

Operatore 118: Adesso, se la scuote?

Paolo Calligaris: Sto cercando di farle un massaggio cardiaco però non fun… non mi reagisce.

Operatore 118: Respira secondo lei?

Paolo Calligaris: No.

Operatore 118: Non respira?

Paolo Calligaris: Purtroppo credo che abbia avuto… un problema, che è caduta, perché ha una f… ha la fronte… per favore fate…

Operatore 118: D’accordo, il numero di telefono e arriviamo.

Paolo Calligaris esordisce con un “Buonasera”. E’ vero che i convenevoli sono inaspettati in una chiamata d’emergenza ma questo “Buonasera” potrebbe essere il frutto di una contaminazione, è stato infatti l’operatore a suggerirla al Calligaris.

E’ invece inaspettato il fatto che Paolo Calligaris prenda le distanze dalla vittima, che la definisca “una persona” non “la mia fidanzata” o “la mia fidanzata Tatiana”.

Anche Alberto Stasi nella telefonata al 118 aveva definito la fidanzata Chiara Poggi “una persona”.

Operatore 118: Ma cosa succede?

Alberto Stasi: Eh, credo abbiano ucciso una persona, non sono sicuro, forse è viva.

Il linguaggio rappresenta la percezione verbalizzata della realtà, sia Alberto Stasi che Paolo Calligaris ci hanno rivelato lo stato del loro rapporto con le rispettive fidanzate attraverso l’uso del termine gender neutral “persona”.

Dire “Sto cercando di farle un massaggio cardiaco” è diverso dal dire “Le sto facendo un massaggio cardiaco”.

Il Calligaris con “per favore fate…” voleva forse dire “per favore fate presto”? Una frase inaspettata, in specie perché il Calligaris non ha mai formulato una richiesta d’aiuto per la vittima e che ci rivela un bisogno, quello di collocarsi dalla parte dei “buoni”, di quelli che vogliono il bene per la vittima.