Morte di Maria Ungureanu. La madre di Maria: “Marius, siamo noi colpevoli”.

Morte di Maria Ungureanu. La madre di Maria: “Marius, siamo noi colpevoli”.

da Le Cronache Lucane, 13 gennaio 2018

La criminologa Ursula Franco, che collabora con gli avvocati Salvatore Verrillo e Giuseppe Maturo che difendono i fratelli Cristina e Daniel Ciocan accusati di aver violentato e ucciso Maria Ungureanu, ci chiarisce alcuni particolari relativi alle sconvolgenti rivelazioni del programma Chi l’ha visto sul caso della morte della bambina romena di 9 anni.

La Procura di Benevento e il team che assiste Marius ed Andrea Elena Ungureanu ovvero l’avvocato Fabrizio Gallo, la criminologa Roberta Bruzzone e la genetista Marina Baldi sostengono che Maria sia stata uccisa da un pedofilo omicida; la difesa dei Ciocan e i nove Giudici che si sono pronunciati sul caso ritengono che la bambina sia morta in seguito ad un incidente e che le indagini provino senza ombra di dubbio che ad abusarla fosse suo padre Marius Ungureanu.

Mercoledì scorso Federica Sciarelli ha letto il contenuto di un’intercettazione ambientale relativa al caso Ungureanu, poche ore dopo il ritrovamento del cadavere della piccola Maria, sua madre Andrea Elena Ungureanu ha detto: “Finiamo in carcere Ma(rius)… tutti e due… noi, siamo noi colpevoli, noi sappiamo perché”, dottoressa che significato hanno le parole della madre di Maria?

Andrea Elena Ungureanu, in questa intercettazione, si riferisce alle ripetute violenze sessuali cui Marius Ungureanu sottoponeva sua figlia e delle quali lei evidentemente era a conoscenza. Il maggiore Zerella aveva appena fatto notare ai due coniugi che non potevano non essersi accorti che Maria era vittima di abusi cronici, queste parole, pronunciate poche ore dopo la morte della bambina, non possono che leggersi come una confessione, provano infatti che Andrea Elena Ungureanu conosceva il nome dell’autore degli abusi, già da prima che i RIS trovassero lo sperma di Marius sulla maglietta della bambina. Ciò che colpisce è il fatto che Andrea Elena Ungureanu, poco dopo essere stata appena messa al corrente, non solo della morte di sua figlia ma delle ripetute violenze sessuali di cui era stata vittima, non fosse disperata per la grave perdita ma preoccupata per le proprie sorti e per quelle del marito Marius.

L’avvocato Fabrizio Gallo che difende gli Ungureanu ha dichiarato che i RIS avrebbero attribuito la maglietta sporca di sperma alla madre di Maria, Andrea Elena Ungureanu.

Le indagini hanno permesso di accertare senza ombra di dubbio che la maglietta era in uso esclusivo alla piccola Maria, non solo lo si inferisce facilmente da innumerevoli intercettazioni di conversazioni tra i Marius e Andrea Elena ed altri soggetti, ma sul verbale redatto dai RIS due giorni dopo la morte di Maria e relativo al sequestro della maglietta incriminata e della copertina, su cui è stato isolato lo sperma di Marius Ungureanu, si legge: “tutti gli atti venivano compiuti con la presenza costante di Marius, padre della vittima, il quale a specifica domanda riferiva che tutti gli indumenti e la coperta di cui sopra erano in uso alla propria figlia”. Per completezza le ricordo che i tre Giudici del Tribunale del riesame di Napoli, il GIP e i cinque Giudici della Cassazione, non hanno dubbi riguardo a chi avesse in uso esclusivo la maglietta tanto che si sono espressi in questi termini: “L’attribuzione degli abusi al Ciocan, non solo è da ritenersi indimostrata, ma anche improbabile e in contraddizione con il contesto e che, anzi, sospetti molto inquietanti gravano proprio sui genitori della bambina, almeno per quanto concerne gli abusi sessuali, per le tracce di sperma del padre su una maglietta e sulla copertina del suo lettino, per il tenore di alcune conversazioni registrate che fanno trasparire la di lui preoccupazione e per la circostanza che l’ultimo rapporto sessuale subito dalla bambina risale al pomeriggio del giorno della sua morte, quando si trovava a casa (…) Gli inquirenti si sono “fidati senza alcun controllo delle dichiarazioni rese da Marius Ungureanu pur a fronte di elementi preoccupanti quali le tracce di sperma appartenenti al predetto rinvenute su una maglietta e su una copertina sequestrate e il tenore di alcune conversazioni registrate”.