Morte di Fortuna Loffredo: una mia dichiarazione su Urbanpost

Fortuna Loffredo, processo d’Appello a Raimondo Caputo: e se fosse innocente? “Non ci sono prove”

Urbanpost, scritto da Michela Becciu, 2 luglio 2018

Omicidio Fortuna Loffredo, Raimondo Caputo processo d’Appello news: “Non esiste prova che sia stato lui”, così l’avvocato Paolino Bonavita, difensore del presunto orco del Parco Verde di Caivano già condannato in primo grado all’ergastolo – 10 anni all’allora convivente Marianna Fabozzi, rea di non avere impedito quegli abusi a Fortuna e ad una delle sue figlie, amichetta della vittima – al processo d’Appello che si sta svolgendo presso la Corte d’Assise di Napoli. Come nel primo grado, l’imputato ammette gli abusi a Fortuna e ad una figlia della Fabozzi ma nega con forza l’omicidio, accusando pertanto del delitto l’allora compagna.

Raimondo Caputo inchiodato dall’amichetta di Fortuna

La Procura generale durante la requisitoria ha ricordato e ricostruito il giorno del delitto – 24 giugno 2014 – spiegando perché la piccola Fortuna quando fu lanciata nel vuoto dall’ottavo piano della palazzina non fu sentita gridare mentre precipitava dall’ottavo piano. La piccola in quel frangente era già incosciente. E’ morta sul colpo  e “le prove sono certe, per questo gli imputati vanno condannati ancora una volta”, ha tuonato la pubblica accusa. Ma chi davvero, tra Caputo e la Fabozzi, ha spinto giù nel vuoto la giovane vittima? In realtà questo aspetto non è mai stato chiarito ‘oltre ogni ragionevole dubbi’ poiché, ad oggi, non v’è prova scientifica né testimonianza oculare a carico del condannato Titò. Per la Procura e i giudici di primo grado quel giorno Fortuna sarebbe stata uccisa perché si sarebbe ribellata al presunto tentativo di violenza da parte del suo aguzzino.

Contro Caputo c’è la dichiarazione della figlia di Marianna Fabozzi, la quale sostiene che l’uomo condusse Fortuna, contro la sua volontà, fino all’ottavo piano. L’avvocato di Caputo ha tuttavia chiesto alla Corte anche la derubricazione del reato, da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale. Il difensore della Fabozzi, l’avvocato Salvatore Di Mezza, dopo aver presentato una memoria difensiva della sua assistita, ha chiesto l’assoluzione per la donna o in alternativa una pena più mite.

Omicidio Fortuna Loffredo, e se Caputo fosse innocente? Il parere della criminologa Franco

Come dichiarato a Le Cronache Lucane, la criminologa Ursula Franco è una sostenitrice dell’innocenza di Raimondo Caputo. “Posso dirle che in primo grado è stato commesso un errore, non è stato Raimondo Caputo ad uccidere Fortuna Loffredo ma Marianna Fabozzi. Caputo non aveva un movente, non aveva di certo una reputazione da difendere, mentre non è una coincidenza che Marianna Fabozzi abbia assistito a due precipitazioni, quella di suo figlio (Antonio, morto il 27 aprile 2013, dopo essere precipitato da una finestra dell’appartamento della nonna ndr) e quella di Fortuna, è lei che ha spinto giù i due bambini. Chi uccide una prima volta e la fa franca, quando reitera generalmente lo fa con le stesse modalità”. Secondo il suo punto di vista l’allora compagna di ‘Titò’ si sarebbe macchiata del delitto di Fortuna, eseguito con le medesime modalità con cui nel 2013 uccise il suo stesso figlio: gettandolo dalla finestra. Sul movente dell’omicidio la Franco ha asserito: “Escludo che la Fabozzi abbia ucciso Fortuna Loffredo per proteggere Raimondo Caputo. La Fabozzi non sarebbe stata capace di un gesto “altruistico” in quanto è una donna anaffettiva ed egoista, oltre ad essere un’immatura con un basso QI. Il movente dei due omicidi è da ricercare nell’incapacità della Fabozzi di tollerare le frustrazioni. Marianna Fabozzi ha ucciso i due bambini per futili motivi: irritazione, fastidio, invidia”.

Morte di Fortuna Loffredo e Maria Ungureanu: è nelle risultanze dell’esame medico legale che vanno cercate le conferme ad eventuali ricostruzioni (intervista)

Le Cronache Lucane, 2 luglio 2018

Abbiamo intervistato la criminologa Ursula Franco sui due casi che hanno viste coinvolte due bambine. La Franco aveva dichiarato in precedenza: E’ falso che i pedofili molestatori uccidano i bambini per paura di essere denunciati. Negli ultimi anni, a scapito della verità e a favore della spettacolarizzazione, è in atto un tentativo di riscrivere la criminologia in questo campo. Purtroppo questa “rivisitazione” non ha solo molti seguaci tra il pubblico televisivo degli “show del dolore” ma anche tra gli inquirenti e conduce a grossolani errori giudiziari.

Fortuna Loffredo detta Chicca

Dottoressa Franco, che cosa può dirci del caso di Fortuna Loffredo a pochi giorni dalla sentenza d’Appello?

Posso dirle che in primo grado è stato commesso un errore, non è stato Raimondo Caputo ad uccidere Fortuna Loffredo ma Marianna Fabozzi. Caputo non aveva un movente, non aveva di certo una reputazione da difendere, mentre non è una coincidenza che Marianna Fabozzi abbia assistito a due precipitazioni, quella di suo figlio e quella di Fortuna E’ lei che ha spinto giù i due bambini. Chi uccide una prima volta e la fa franca, quando reitera, generalmente lo fa con le stesse modalità. I detective americani dicono: “lightning doesn’t strike twice”, ovvero “una cosa straordinaria è difficile che capiti due volte alla stessa persona”.

Perché la Fabozzi lo avrebbe fatto?

Escludo che la Fabozzi abbia ucciso Fortuna Loffredo per proteggere Raimondo Caputo. La Fabozzi non sarebbe stata capace di un gesto “altruistico” in quanto è una donna anaffettiva ed egoista, oltre ad essere un’immatura con un basso QI. Il movente dei due omicidi è da ricercare nell’intolleranza della Fabozzi alle frustrazioni. Marianna Fabozzi ha ucciso i due bambini per futili motivi: irritazione, fastidio, invidia.

Perché l’amica di Fortuna Loffredo, che accusa Raimondo Caputo, non è credibile?

Doriana Giglio, figlia di Marianna Fabozzi, ha riferito al magistrato che Raimondo Caputo uccise la piccola Loffredo in seguito ad un approccio sessuale, è nelle risultanze dell’esame medico legale che andavano cercate le conferme. Il racconto della Giglio è smentito proprio dall’esame autoptico che non ha rilevato alcun segno di un tentativo di violenza sul corpo di Fortuna ma solo gli esiti di violenze croniche. Sul cadavere della Loffredo non erano presenti lividi o escoriazioni nella parte mediale delle cosce o sulle grandi labbra o a livello dell’orifizio anale, né sono stati rilevati lividi sulle braccia, né era presente materiale genetico di un eventuale assalitore sotto le unghie. Non capisco come i giudici possano ignorare queste risultanze.

Come deve comportarsi una procura in caso di morte di un bambino abusato?

Quando ci si trova di fronte alla morte di un bambino sul cui corpo si rilevino i segni di un abuso cronico, la sua morte e l’abuso vanno trattati come due fatti distinti, è un errore grossolano collegarne la morte agli abusi perché chi abusa cronicamente di un bambino non lo uccide.

Maria Ungureanu

E’ successo qualcosa di simile anche nel caso di Maria Ungureanu.

Certamente, la morte di Maria, una bambina abusata cronicamente da suo padre, è stata collegata alle violenze sessuali che subiva, niente di più lontano dalla verità. Peraltro queste violenze, in presenza di un quadro probatorio che inchioda Marius Ungureanu alle sue responsabilità, sono state attribuite, dalla procura, ad un soggetto estraneo ai fatti che è stato descritto da trasmissioni degenerate e stampa spazzatura come un orco. Nel caso di Maria non solo la morte della bambina non ha nulla a che fare con le violenze sessuali che subiva ma è una morte accidentale, ce lo confermano le precise risultanze dell’esame medico legale che tra l’altro esclude che gli indagati fossero a San Salvatore Telesino mentre Maria moriva.

Sono due anni, dottoressa Franco, che lei dice che Maria era con un amica più grande di lei, perché la procura non indaga su questa ragazza?

Il pregiudizio nei confronti della difesa e la difficoltà ad ammettere il proprio errore di giudizio mi sembrano le uniche spiegazioni possibili. La soluzione di questo caso emerge con forza dagli atti ma la procura preferisce continuare ad infierire sulle vite di due ragazzi innocenti. Chi risarcirà Cristina e Daniel Ciocan? E perché Marius Ungureanu è ancora libero di reiterare?

Da dove nascono questi errori delle procure, dottoressa?

I pubblici ministeri sbagliano perché ignorano o sottovalutano la casistica e in queste condizioni sono destinati a fantasticare ricostruzioni senza precedenti né susseguenti che conducono a grossolani errori giudiziari.

Michele Buoninconti

Il caso Ungureanu per molti aspetti è simile al caso Ceste.

E’ vero, in entrambi i casi la procura ha scambiato una morte accidentale per un omicidio. Nel caso dei Ciocan hanno funzionato i salvagenti che impediscono l’errore giudiziario, nel caso di Buoninconti no. A Benevento il GIP Flavio Cusani non si è spalmato sulle richieste della procura ma ha studiato gli atti a menadito altrimenti i fratelli Ciocan avrebbero seguito le orme del povero Michele Buoninconti nel suo cammino d’ingiustizia.

Morte di Fortuna Loffredo: una mia intervista

IL KILLER DI FORTUNA E’ ANCORA A PIEDE LIBERO

Fortuna Loffredo

Intervista alla criminologa Ursula Franco sull’omicidio della bimba del Parco Verde: “I pedofili non uccidono le loro vittime. Il movente? Lo ha detto chiaramente la mamma della piccola: l’invidia per la bellezza di Chicca”

pubblicata su Stylo24, il 2 novembre 2017

Ursula Franco è medico chirurgo e criminologo. «Stylo24» l’ha intervistata sul delitto della piccola Fortuna Loffredo, la bimba di 6 anni uccisa il 24 giugno 2014 facendola precipitare dall’ottavo piano di un palazzo nel Parco Verde di Caivano. L’imputato Raimondo «Titò» Caputo è stato condannato all’ergastolo in primo grado, nel luglio scorso.

L’accusa sostiene che Fortuna Loffredo sia stata uccisa in seguito ad un tentativo di violenza sessuale, lei cosa ne pensa?

“Ritengo che le violenze sessuali cui Fortuna veniva cronicamente sottoposta nulla abbiano a che fare con la sua morte. L’ipotesi del tentativo di violenza sessuale scaturito in un omicidio non è supportata da alcun dato medico legale come lividi o escoriazioni nella parte mediale delle cosce o sulle grandi labbra o a livello dell’orifizio anale, lividi sulle braccia o presenza di materiale genetico dell’assalitore sotto le unghie. Quando ci si trova di fronte alla morte di un bambino sul cui corpo si rilevino i segni di un abuso cronico, la sua morte e l’abuso vanno trattati come due fatti distinti, è un errore grossolano collegarne la morte agli abusi perché chi abusa cronicamente di un bambino non lo uccide”.

Perché separati?

“I pedofili molestatori, quando le circostanze glielo permettono, agiscono abusi sulle stesse vittime per anni, per questo motivo non hanno ragione di sopprimerle; sono i predatori sessuali violenti, un altro genere di child sexual offender, ad uccidere le loro vittime. Negli ultimi anni, a scapito della verità e a favore della spettacolarizzazione, è in atto un tentativo di riscrivere la criminologia in questo campo. E’ falso che i pedofili molestatori uccidano i bambini per paura di essere denunciati. Purtroppo, questa “rivisitazione” non ha solo molti seguaci tra il pubblico televisivo degli “show del dolore” ma anche tra gli inquirenti”.

E nel caso specifico?

“Nel caso della morte di Fortuna Loffredo si è perfino arrivati a fantasticare di un fantomatico serial killer pedofilo che uccide i bambini e trattiene una loro scarpetta come souvenir, nulla di più lontano dalla verità”.

Chi sono i predatori sessuali violenti?

“I predatori sessuali violenti sono soggetti che rapiscono ed uccidono i bambini. Un predatore sessuale violento è Luigi Chiatti, conosciuto come il Mostro di Foligno. Luigi Chiatti ha ucciso due bambini prima di essere arrestato, Simone Allegretti, 4 anni, e Lorenzo Paolucci, 13 anni. Un altro predatore sessuale violento è Massimo Giuseppe Bossetti, condannato in primo e secondo grado all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, 13 anni. Non sempre i predatori sessuali violenti agiscono atti sessuali sulle loro vittime, molto spesso, in quanto sessualmente incompetenti, si cimentano in atti sessuali sostitutivi quali il taglio degli abiti e l’accoltellamento, come nel caso della Gambirasio”.

Ritorniamo a coloro che abusano cronicamente dei bambini, ai pedofili molestatori, dove si nascondono?

“Si nascondono tra coloro che possono avere facile e prolungato accesso alle vittime, familiari, familiari dei compagni di gioco, educatori, preti e allenatori”.

Perché i bambini non si ribellano agli abusi?

“I bambini non si ribellano agli abusi perché non li riconoscono come tali in quanto i pedofili molestatori li conducono gradualmente all’abuso vero e proprio e lo fanno attraverso manifestazioni di affetto o di generosità o agendo molestie apparentemente innocue camuffate da giochi. I pedofili molestatori sono dei manipolatori, per questo motivo le loro vittime non vivono l’abuso in modo immediatamente traumatico e, sempre per lo stesso motivo, le vittime, una volta cresciute, provano rabbia, una rabbia dovuta al fatto di non essersi sottratte, di non aver reagito, proprio perché incapaci di decifrare ciò che gli stava accadendo”.

Gli avvocati del padre di Fortuna, Pietro Loffredo (leggi qui), non si sono allineati con i pubblico ministero Domenico Airoma e Claudia Maone ma hanno chiesto l’assoluzione di Raimondo Caputo, lei che cosa ne pensa?

“Ritengo che Angelo e Sergio Pisani abbiano ragione, perché non solo Raimondo Caputo  non ha ucciso Fortuna ma, con tutta probabilità, non è neanche l’autore degli abusi che la bambina subiva cronicamente. Caputo è credibile quando afferma: Io non ho commesso l’omicidio, sono state dette troppe falsità su di me. E’ vero, sono un ladro ma la bambina non l’ho mai toccata. Qualche volta ho toccato l’amica del cuore di Fortuna, io la toccavo e tutti lo sapevano. Possono anche darmi 10 ergastoli, io sono innocente. Non ho ucciso io la bambina”.

Si è fatta un’idea su come possano essere andati i fatti?

“Io credo che la chiave di questo caso sia Marianna Fabozzi. La Fabozzi ha mentito agli inquirenti quando ha sostenuto che Fortuna Loffredo non fosse entrata in casa sua poco prima di morire; sua figlia, l’amica dodicenne di Fortuna, ha riferito al magistrato che il Caputo uccise la piccola Loffredo in seguito ad un approccio sessuale, il suo racconto è smentito dalle risultanze dell’esame autoptico che non ha rilevato alcun segno di un tentativo di violenza sul corpo di Fortuna ma solo gli esiti di violenze croniche. Aggiungo che, se di omicidio si è trattato, il movente lo ha ben chiaro Mimma Guardato, la madre di Fortuna: “Era troppo bella, Chicca. Per invidia, me l’hanno uccisa. Per invidia”.